Recupero giudiziale: tempi e caratteristiche
Il recupero giudiziale del credito consiste nell’effettuare una serie di azioni giudiziarie finalizzate a costringere il debitore a pagare il proprio debito.
La differenza tra il recupero giudiziale e quello stragiudiziale consiste nella circostanza che nel recupero stragiudiziale il pagamento da parte del debitore, seppur sollecitato, è comunque una libera scelta.
Nel recupero giudiziale invece il debitore è costretto ad adempiere, anche contro la propria volontà.
Il recupero giudiziale, a differenza del recupero crediti stragiudiziale, può essere effettuato esclusivamente da avvocati o società tra avvocati come nel caso di Rescos S.p.a..
Recupero crediti giudiziale: la procedura.
Il recupero giudiziale del credito si articola essenzialmente in due passaggi richiesta di un decreto ingiuntivo e successivamente pignoramento dei beni di proprietà del debitore.
Nel caso in cui il debitore sia un imprenditore commerciale la procedura di recupero giudiziale prevede un ulteriore fase: la presentazione di un’istanza di fallimento.
Il primo passaggio per procedere al recupero crediti giudiziale è la richiesta di un decreto ingiuntivo presso l’ufficio giudiziario competente.
Il costo di deposito di un decreto ingiuntivo varia a seconda dell’ammontare del recupero crediti da effettuare.
Principale variante è il contributo unificato che aumenta con l’aumentare dell’importo del credito da recuperare.
Dopo aver ottenuto dal Giudice il decreto ingiuntivo il creditore dovrà effettuare una serie di adempimenti consistenti nella notifica del decreto e nell’apposizione della formula esecutiva.
Dopo aver effettuato tali passaggi il creditore potrà procedere al pignoramento dei beni del debitore.
Il pignoramento è la parte centrale del recupero giudiziale in quanto permette di vendere i beni del debitore assegnando il ricavato della vendita al creditore.
La procedura di pignoramento può essere effettuata su tutti beni del debitore: immobili, veicoli, arredi, conti correnti ecc..
Nel caso in cui il debitore sia un imprenditore commerciale il creditore può presentare un’istanza di fallimento.
Se l’istanza di fallimento viene accolta il debitore viene dichiarato fallito, con la conseguenza che il Tribunale nomina un curatore fallimentare incaricato di liquidare il patrimonio del debitore e ripartire il ricavato della vendita tra tutti i creditori.