In questi giorni il parlamento italiano sta discutendo una riforma di legge del mercato dei crediti deteriorati.
La proposta di legge n. 843 riguarda tutti i crediti di origine bancaria o finanziaria cheduti da banche o finanziarie.
La riforma non riguarda crediti commerciali, crediti da locazione e relativi ad utenze non pagate.
Le posizioni debitorie dovrebbero essere riconducibili a consumatori oppure a piccole e medie imprese (società di persone, s.r.l. ecc.).
Sarebbe intenzione del legislatore attribuire a tutti i debitori il diritto di ricomprare il proprio credito pagando all’acquirwnre del credito l’importo da quest’ultimo pagato alla banca o alla finanziaria che ha cedeuto il credito aumentato del 20%.
Non è ancora stato specificato se il 20% di maggiorazione sull’importo del credito comprende anche le eventuali spese legali e tasse del giudizio pagate eventualmente dal cessionario.
Vengono inclusi nel progetto di legge tutti i crediti di origine finanziaria di importo fino a 25 milioni di euro.
Questa riforma, nel caso diventasse legge, avrebbe pesantissime implicazioni per tutti i soggetti che operano nel settore del recupero crediti.
In primo luogo la proposta di legge n. 843 andrebbe ad incidere su diritti acquisiti e consolidati.
Sulla base di tali diritti società e investitori hanno elaborato piani industriali e bilanci che inevibabilmente diventerebbero insostenibili.
L’impatto della riforma farebbe saltare tutti i piani di rientro in essere, i debitori infatti potrebbero ricomprare il debito che stanno pagando iniziando a pagare se stessi.
Pesntissimi sarebbero anche gli effetti per le finanze pubbliche.
Le ingenti risorse finanziarie destinate per finanziare AMCO richierebbero di finire in fumo.
Rischierebbero inoltre di essere compromesse le ingenti garanzie pubbliche e gli aiuti concessi dallo stato nel periodo dell’emergenza covid.
Riflessioni finali sulla proposta di legge n. 843
La riforma in questione potrebbe funzionare solo se tutti i debitori ceduti pagassero i loro debiti.
Senza pagamento da parte di tutti i debitori i fondi acquirenti di crediti non riuscirebbero mai a recuperare il capitale investito, remunerare il relativo capitale e rientrare dei costi di gestione.