Ormai sono sempre di più le follie europee, ovvero quelle norme di matrice comunitaria che vengono imposte a tutti gli stati membri.
Tali norme vengono imposte dall’alto, senza nessuna attenzione alle differenze economiche e normative presenti nei singoli stati.
L’ultima delle follie europee è la nuova normativa in materia di default dei crediti bancari.
Per finire in stato di default di un credito basterà un arretrato per più di 90 giorni pari a una somma superiore ai 100 euro e superiore all’1% del totale delle esposizioni verso la Banca, per privati e PMI, nonché superiore ai 500 euro e superiore all’1% del totale delle esposizioni verso la Banca, per le imprese in generale.
Il contesto economico
Nel contesto economico-sociale italiano l’applicazione di questa normativa rischia di avere effetti iniqui e devastanti.
La maggior parte delle imprese in Italia difatti è in ritardo con i pagamenti non per negligenza o cattiva volontà, ma perché a propria volta è in ritardo nei propri incassi.
I ritardi negli incassi sono dovuti a molteplici ragioni: culturali, sottocapitalizzazione cronica delle imprese, cattiva volontà da parte dei debitori.
Il miscuglio di questi fattori fa si che la madia dell’incasso di una fattura in Italia sia superiore a 150 giorni.
Orbene, come si può in un contesto economico-culturale del genere applicare la medesima normativa degli incassi delle Germania dove i pagamento delle fatture avvengono a vista?
Timing perfetto
La nuova normativa entrerà in vigore del 1.01.2021 ovvero in piena emergenza COVID-19.
In pratica la maggior parte delle piccole e medie imprese italiane si troverà precluso l’acceso al credito in un momento storico in cui un po’ di flessibilità sui pagamenti sarebbe fondamentale.
Quale migliore definizione definizione di follia europea per un normativa di questo genere applicata nel corso della peggiore crisi economica dal dopoguerra?