L’assegno scoperto è un titolo non pagabile perché chi lo ha emesso non ha soldi sufficienti sul conto corrente per poterlo coprire.
A scoprirlo è la persona che riceve l’assegno, e al momento di versarlo scopre che non ci sono i fondi per incassarlo. Ecco come recuperare il credito in caso di assegno scoperto.
Come recuperare il credito dell’assegno scoperto
Come sottolineato dall’art. 31, del R.D. n.1736/1933, l’assegno bancario è pagabile a vista e l’importo indicato si può riscuotere entro otto giorni nello stesso Comune dove è stato emesso, oppure si può riscuotere entro quindici giorni presso un altro comune.
Poiché si tratta di un titolo esecutivo, se l’assegno è scoperto, quindi non viene pagato, il beneficiario può levare il protesto. Infatti, l’efficacia esecutiva del titolo permette al beneficiario di recuperare un credito.
Questa caratteristica autorizza il beneficiario dell’assegno scoperto ad avviare il pignoramento nei confronti del debitore senza ricorrere al giudice. Ciò vuol dire che, la persona in possesso di un assegno protestato può avviare un’esecuzione forzata contro il debitore che non paga.
Bisogna tuttavia sottolineare che l’assegno rimane titolo esecutivo solo per 6 mesi dalla data di emissione. Invece, dopo i 6 mesi, si può far valere il proprio diritto solo tramite un decreto ingiuntivo. Vediamo come funziona in entrambi i casi.
Cosa fare con assegno scoperto entro i 6 mesi
In questi casi, si può contattare il debitore e invitarlo ad effettuare il pagamento. Oppure, può inviargli una lettera di diffida invitandolo a pagare entro 7/15 giorni dal ricevimento della comunicazione l’importo dovuto, avvisando la persona di procedere legalmente in caso di mancato pagamento.
Se non succede nulla, è consigliabile procedere al protesto, rivolgendosi ad un legale per avviare una procedura giudiziaria e recuperare il denaro che gli spetta.
L’avvocato notifica al debitore l’atto di precetto, ovvero un invito a pagare entro massimo 10 giorni il debito, pena l’esecuzione forzata.
Scaduti i 10 giorni, e comunque non oltre 90 giorni dalla notifica del precetto, il legale avvia il pignoramento verso il debitore. Il precetto non ha più validità dal 91° giorno in poi, ma si può avviare il pignoramento notificando un nuovo atto di precetto.
Cosa fare con assegno scoperto dopo i 6 mesi
Trascorsi i 6 mesi, l’assegno protestato non è più un titolo esecutivo, tuttavia rappresenta ugualmente una prova scritta del credito. Di conseguenza, per far valere i suoi diritti il creditore, tramite il suo legale, deve presentare una richiesta di decreto ingiuntivo in tribunale.
Una volta emesso, il decreto ingiuntivo viene notificato al debitore entro massimo 60 giorni. Il debitore ha tempo 40 giorni per opporsi al decreto ingiuntivo e dimostrare che il debito non esiste oppure è stato pagato.
Nel caso il debitore si oppone, inizia un vero e proprio contenzioso civile e il creditore deve fornire le prove del diritto di credito.
In caso contrario, ovvero se entro 40 giorni il debitore non fa opposizione, il decreto ingiuntivo diventa titolo esecutivo.
L’avvocato del creditore deve quindi notificare l’atto di precetto, concedendo altri 10 giorni al debitore per pagare.
Se questo non avviene, il creditore può avviare il pignoramento.
L’Avvocato Luca Pompei è il CEO di Rescos SPA, uno studio di avvocati specializzato nel recupero crediti. La filosofia di Rescos è quella di offrire un servizio di recupero crediti completamente gratuito per il creditore, senza alcun costo aggiuntivo. Non ci sono spese di apertura pratica, nessuna percentuale sul credito recuperato e nessun anticipo richiesto.
Laureato con lode presso l’Università di Roma La Sapienza, si è immediatamente orientato verso la professione forense dopo il percorso universitario. Abilitato all’esercizio della professione forense all’età di 26 anni, l’Avv. Luca Pompei offre consulenza legale in vari ambiti del diritto civile e commerciale.
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